sábado, 30 de outubro de 2010

L’Angelo Della Storia : Bruno Arpaia

"Nel settembre 1940, in un paesino vicino al confine franco-spagnolo, il destino di Laureano Mahojo e quello di Walter Benjamin imprevedibilmente si incrociano. Il giovane Laureano, uomo d’azione há combattuto nella guerra civile spagnola e ora fa il contrabbandiere; l’altro, Walter Benjamin, è un intellettuale ebreo che sta tentando di mettersi in salvo dei nazisti e di fuggire a new York.
Non protebbero sembrare più diversi, il combattente pieno di ideali e il raffinato saggista tedesco.Eppure, sono i due volti della stessa Europa che la guerra spazzerà via: tutti e due, infatti, hanno conosciuto la sconfitta e l’esilio.
Attraversando uno dei periodi più bui dell’Europa, questo romanzo restituisce, tra finzione e realtà, due vicende emblematiche e contribuisce a svelare la profonda umanità di uno dei grandi pensatori dei Novecento."

Ano passado minha esposa ganhou um livro de auto-ajuda que ela já tinha, fomos à livraria do "gigantesco " shopping de minha cidade tentar uma troca, lá eu encontrei esse livro, que por sinal era a única opção que eles tinham em italiano. (em espanhol, que deveria ser mais fácil também não tinha nada), assim acabei levando essa obra para casa sem saber absolutamente nada sobre ela.
Como foi uma aquisição por falta de opção o pobrezinho foi ficando largado, quando uma remessa de livros atrasou, acabei, por falta de opção iniciando a leitura.
Arrependi-me de não ter iniciado antes, gostei muito da narrativa, que mistura personagens históricos com fictícios, para narrar a tentativa de fuga dos nazistas do pensador alemão Walter Benjamin, um livro que não consegui desgrudar até chegar ao seu final. 

“C’è un quadro di Klee che s’intitola Angelus Novus. Vi si trova un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso, che si è impigliata nelle sue ali, ed è cosi forte che egli non può più chiuderle. Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo. Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta”.
W. Benjamin, Angelus novus, Tesi di filosofia della storia, Einaudi, 1962, pp. 76-77